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Le donne e il gioco: nei casinò francesi les jeux sont fait… in rosa

25 maggio 2015 - 10:26

Da sempre, il gioco è stato considerato un divertimento riservato quasi esclusivamente agli uomini. Il cinema e la letteratura ci hanno sempre presentato il mondo del gioco fatto da uomini, le donne sono sempre state figure di secondo piano, o semplici accompagnatrici dei giocatori.

Scritto da Giuseppe Testi

 

Nei casinò francesi l’accesso alle donne era vietato fino alla fine degli anni Sessanta. Sono passati quasi cinquant’anni. Al giorno d’oggi, il pubblico femminile costituisce una parte importante della clientela di una casa da gioco. Perché mai? Cosa le attira? Cosa possono trovarci di piacevole?

Evidentemente anche le donne amano molto giocare. E soprattutto amano le slot machine, certamente più della roulette e del black-jack. In molti casinò francesi, soprattutto i più grandi, la percentuale della clientela femminile è quasi uguale a quella maschile. Le donne amano andare al casinò, e soprattutto, fra di loro, molte amano andare da sole, o con le amiche, ma non con gli uomini.

 

LA CONSIDERAZIONE DEL GIOCO - Per molte donne il casinò rappresenta un luogo dove passare un po’ di tempo, senza che nessuno possa disturbarle, possono sedersi al bar del casinò, e nemmeno essere obbligate a consumare, come accade invece in un qualsiasi caffè; è un luogo che dà loro sicurezza, se per caso qualcuno osa dar fastidio, possono rivolgersi al personale per essere protette. Nessun altro luogo, almeno in Francia, può offrire questo genere di comfort e di sicurezza per una donna.

La donna davanti alla slot diventa quasi una cosa sola con essa, spesso ama giocare sempre sulla stessa, la chiama “ma machine” (la mia slot), a volte ci parla anche o ci litiga, la accarezza o le dà dei colpi. C’è la giocatrice invece che gioca su tutta una fila di slot, con il ‘gobelet’ (secchiello per le monete) pieno di pezzi da 1 euro o 50 centesimi, ne prende tre e con mossa repentina li infila nella slot, mentre i rulli girano lei già mette altre 3 monete nella slot a fianco e così via, ad un certo punto non si ricorda nemmeno più su quante sta giocando contemporaneamente, se arriva qualcuno che vuole giocare su una delle “sue”, gli si butta quasi addosso dicendogli “ma non lo vede che sto giocando io?” Se l’altro è un tipo pacifico, chiede scusa e se ne va, se però ne arriva un altro o un’altra come lei, si scatena l’inferno.

Per molte donne, andare al casinò, mettersi davanti ad una slot, e restarci per ore e ore, rappresenta un modo per non pensare alla vita quotidiana, per dimenticare i piccoli malanni, più dolorosi col passar degli anni, per allontanare i pensieri della giornata, che fanno star male. Qualche acciacco dell’età, una persona della famiglia che si trova in difficoltà, una separazione, un figlio lontano che non si fa mai sentire. E allora tutto questo si allontana, almeno nel breve tempo passato davanti ai rulli che girano, questo mondo immaginario, in cui personaggi degli ultimi film si mescolano con animali di ogni genere. Il casinò e il gioco diventano allora una terapia psicologica per migliorare la qualità della vita.

 

LE GIOCATRICI DI POKER - Una categoria a parte è costituita dalle giocatrici di poker, di solito fra i venti e i trent’anni, aggressive, moderne, in linea con il cliché del professionista del poker, che sa tutto su tornei, strategie, e campioni internazionali. Però la donna pokerista ha un asso nella manica che gli avversari uomini non hanno: lo charme, il potere della seduzione; guardando negli occhi l’avversario riuscirà a farlo cadere in trappola, e uscirà vincente dal tavolo finale. Comunque sia, chi pensa che il poker sia un gioco esclusivamente maschile, si sbaglia, le donne conoscono benissimo le strategie di gioco, sanno gestire le loro chips, e sanno quando è opportuno aspettare, e quando sferrare l’attacco finale, quel “tapis” (all-in) che le porterà sul podio. In alcuni casinò, come quelli di Enghien o di Cassis, vengono organizzati importanti tornei riservati esclusivamente alle donne.

E infine esistono le donne dei giocatori, che però non amano giocare. Se ne stanno al loro fianco, spesso si annoiano, ma restano ore e ore, solo per far loro compagnia. Evidentemente i giocatori le considerano un po’ come dei portafortuna, oppure non vogliono lasciarle sole a casa. Non deve essere facile, devono veramente amare molto i loro uomini, oppure a casa si annoierebbero di più. Ricordo un episodio, quando ero croupier, a un tavolo di black-jack, davanti a me un giocatore, e la moglie al suo fianco; lui giocava forte, e lei sempre seduta accanto; in un momento in cui lui si era allontanato, mentre io mischiavo le carte, abbiamo incrociato gli sguardi, per gentilezza le chiesi “Come va?” Mi sorrise dicendomi: “Non è facile essere la donna di un giocatore”. Eh no, non è facile!

 

L’AUTORE - Originario di Pescara, Giuseppe Testi è direttore di sala del Seven Casino di Amnéville les Thermes, nei pressi di Metz, nella regione Lorena. Ha iniziato a lavorare nei casinò francesi nel 1996, debuttando a Deauville come croupier e attualmente si occupa della gestione della sala, sia del reparto slot, come dei giochi tradizionali. Si è occupato inoltre di formazione dei croupier, sia in Italia che in Francia.

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