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Casinò e norme, viaggio in Svizzera

27 novembre 2014 - 09:27

Gli addetti ai lavori ben conoscono lo stato di salute dei casinò italiani e le cause, interne ed esterne, che hanno portato a un progressivo declino dei loro introiti. Come pure è sempre acceso il dibattito su alcuni scenari possibili, come l’apertura di nuove case da gioco.

Scritto da Anna Maria Rengo

Ma come sono visti, all’estero, questi temi? Gioconews.it inizia oggi il suo viaggio nei paesi esteri, alcuni confinanti e che dunque si avvantaggiano della normativa italiana in materia di casinò, o ne sono penalizzati. La prima tappa in Svizzera, al Casinò di Lugano, per un colloquio con il direttore Luca Antonini.

 

I casinò italiani asseriscono di sentire fortemente gli effetti della soglia massima per l’uso del contante, fissata a mille euro, e di essere penalizzati rispetto agli stati confinanti. Com’è da voi la situazione? Siete realmente più competitivi sotto questo profilo?

“In Svizzera non esiste una soglia massima per le transazioni in contanti. Tuttavia esistono soglie ben precise per una serie di controlli obbligatori ogni qualvolta queste soglie vengono raggiunte o superate da parte del cliente. Pertanto pur non avendo dei limiti per le transazioni cash ci sono altre limitazioni che le case da gioco elvetiche devono rispettare che magari in altri paesi non ci esistono”.

Da anni in Italia si parla di un contratto collettivo nazionale per i dipendenti dei casinò. In Svizzera esiste un Ccnl? In caso contrario, lo auspichereste?

“A livello nazionale in Svizzera non esiste un contratto collettivo di lavoro per le case da gioco, né esso è richiesto per legge. A livello cantonale tuttavia è possibile che dei casinò, attivi nella stessa regione, in collaborazione con i partner sindacali sottoscrivano un Ccl. È il caso del Ticino per esempio, che per ora è tra l’altro l’unico cantone svizzero ad essersi dotato di un tale strumento. Non vige tuttavia un obbligo di associazione al Ccl per i casinò, per cui nel caso ticinese, due casinò sono associati, mentre il Casinò di Lugano da ormai un paio di anni non ne fa più parte”.

I casinò italiani negli ultimi anni subiscono la concorrenza del gioco online e soprattutto di quello dei locali pubblici e nelle sale dedicate. Anche da voi c’è una così accentuata concorrenza?

“Assolutamente sì! La concorrenza del gioco online, delle slot-machines nei locali pubblici e delle sale Vlt in Italia mette in seria difficoltà anche i Casinò svizzeri della fascia di confine. Non dimentichiamo che una buona parte della nostra clientela proviene ancora oggi dall’Italia ed in particolare dalla Lombardia”.

Le proprietà e le società di gestione dei casinò tricolori sono oggi interamente pubbliche. In Svizzera ci sono casinò di proprietà o gestione totalmente o parzialmente privata? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

“In Svizzera esistono entrambe le possibilità, anche se la maggioranza dei casinò ora a beneficio di una concessione federale per i giochi di casinò sono interamente in mani private. Esistono tuttavia alcuni casinò a gestione pubblica o parzialmente pubblica. Il Casinò di Lugano è una di queste. La maggioranza del pacchetto azionario del nostro Casinò è infatti detenuta dalla Città di Lugano. Come in ogni cosa ci sono sia vantaggi che svantaggi in entrambi gli approcci. In mano totalmente privata un casinò gode sicuramente di una maggiore libertà di movimento nelle scelte strategiche ed economiche, tuttavia – se gestita correttamente, con la dovuta indipendenza dalle logiche politiche – una casa da gioco può funzionare bene anche se è in mano alla collettività”.

Ogni tanto in Italia prende slancio l’idea di aprire nuovi casinò, ma occorre una legge perché ciò avvenga. Da voi sono in arrivo nuovi casinò? Li temete e quali passaggi sono necessari perché possano nascere?

“Per il momento non sono in arrivo nuove concessioni. Dopo l’attribuzione delle ultime due concessioni disponibili a fine 2012 con la susseguente apertura dei Casinò di Zurigo e Neuchâtel, il panorama svizzero in materia di case da gioco è al completo e non muterà fino alla scadere delle attuali concessioni, ovvero fine 2023”.

Come valuta l’idea di un’unica società di gestione per tutti, o parte, dei casinò esistenti in Svizzera?

“L’idea di un monopolio sulla gestione dei Casinò appare oggi come oggi un po’antiquata e nei paesi che malgrado tutto hanno mantenuto questa formula si assiste pian piano ad un apertura del mercato ad altre società di gestione. Questo approccio sembra essere più adeguato ai tempi e alle logiche di mercato”.

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