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Salmoiraghi e Balsamo: 'Costi in aumento solo al Casinò Campione'

28 aprile 2016 - 08:53

I due consiglieri comunali di minoranza criticano la gestione del Casinò ed evidenziano i rischi di forti perdite di bilancio.

Scritto da Anna Maria Rengo
Salmoiraghi e Balsamo: 'Costi in aumento solo al Casinò Campione'

Con una nota, pubblicata su puntoper.com (sito di informazione della minoranza in consiglio comunale a Campione) e condivisa dai consiglieri Alfio Balsamo e Roberto Salmoiraghi, si dà conto delle risposte che la minoranza ha avuto alle interrogazioni presentate al sindaco Marita Piccaluga su varie problematiche del Casinò Campione d'Italia e delle dichiarazioni rilasciate dall'amministratore delegato Carlo Pagan, a Gioconews.it, secondo il quale la Casa da gioco “ha conseguito un margine operativo (prima degli ammortamenti, svalutazioni, oneri straordinari, interessi e tasse) pari a 20 milioni di euro nel 2015, però ha dovuto versare al Comune 38 milioni di euro e quindi con i 17 milioni ottenuti  dal contributo statale - 8 milioni per il 2015 e 9 il 2016 (...) si fa quasi pari e patta”.
I due consiglieri evidenziano che dalla risposta “si scopre che il margine operativo della casa da gioco è in grave peggioramento rispetto a un già terribile 2014 e quindi, anche il bilancio della società, aspettando di capire come saranno imputati i soldi che lo Stato ha concesso al Comune, supererà i 30 milioni di perdita. Inoltre, considerato che i 17 milioni di contributo statale sono dovuti in due tranche (una per il 2015 e l'altra per il 2016) ci si domanda come sia possibile assommare le due cifre con il solo andamento del 2015”. Non è dunque chiaro “se contabilmente i 17 milioni (che sarebbero del Comune) sono stati imputati al bilancio 2015 o se saranno suddivisi nei due anni” ma in ogni caso, a loro dire, “poco cambia, il dato più importante è che il Casino produce una perdita di liquidità annua ben superiore ai 20 milioni di  euro,quindi si fa fatica a capire come nel 2016 si pensi di far fronte agli impegni e ai debiti quando i 17 milioni, come dichiarato dall'Ad a Gioconews.it, sono già finiti nel 2015 e si è dovuto rivolgere agli istituti di credito”.

L'INTERVENTO GOVERNATIVO - E se secondo Pagan “il Governo ha pertanto riconosciuto che le problematiche del sistema Campione sono da ricondurre non a fatti gestionali ma al problema macroeconomico del rapporto di cambio", per Salmoiraghi e Balsamo “infatti il Governo per il motivo del mutato rapporto di cambio ha contabilizzato e riconosciuto un contributo di 17 milioni di euro per il 2015 (8) e 2016 (9), a fronte di potenziali perdite della Casa da gioco di 70 milioni nei due anni”, ma “tra i 17 milioni riconosciuti dal Governo e i potenziali e forse probabili 70 milioni di perdite 2015 e 2016 (molto probabili nel 2015 30/35 milioni di perdite e, visto l'attuale trend della Casa da gioco, ipotizzarne altrettanti per il 2016 non è cosa fantasiosa) ce ne potranno essere 53 di milioni di differenza e in questo caso dovranno essere imputati al cambio oppure a qualche altro motivo?”.
Secondo i due consiglieri di minoranza, inoltre “dal 2009 al 2014 il Casino di Campione è stato l'unico a vedere crescere i propri costi. Certo il cambio tra franco svizzero ed euro ha inciso, lo sanno tutti, ma ci sono milioni di euro (circa 10 all'anno) ai quali i lavoratori della Casa da gioco hanno dovuto rinunciare e, nonostante ciò, i costi sono cresciuti. Forse le politiche di marketing e acquisizione di servizi portano più costi che benefici?”.
I COSTI DI GESTIONE - Nella nota si sottolinea che “i casinò italiani, ma anche quelli ticinesi, negli ultimi anni hanno lavorato sul contenimento dei costi e sull'ottimizzazione dell'organizzazione, tutti raggiungendo alla fine risultati economici migliori di quelli di Campione. Certo è difficile paragonare strutture differenti, ma mediamente i costi di gestione sono diminuiti del 15/25 percento. A Campione invece sono aumentati del 6 percento circa”.
Quanto infine al paragone fatto, sempre dall'Ad Pagan con il bilancio del 2007, si sottolinea che “all'epoca il Comune riceveva più di 48 milioni di euro  dalla convenzione in atto con la  casa da gioco, l'affitto dello stabile ed Isi, rispetto agli attuali 38. L' azienda era florida e produceva liquidità, oltre che dare lavoro a 660 dipendenti. Pertanto le sue dimensioni erano tarate rispetto alle necessità e possibilità anche di contributo sociale al territorio”. Inoltre, “a parità di contributo per il Comune , senza la corresponsione dell'affitto dello stabile e con i costi dell'epoca  parametrati al cambio del  2014, ultimo bilancio disponibile, la perdita sarebbe comunque meno della metà (…) e lontana anni luce da 40 milioni di euro”.

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