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Casinò, risposte strutturali per una crisi strutturale

06 novembre 2017 - 08:57

I casinò italiani alle prese con una crisi di incassi che non accenna a essere superata: è tempo di studiare risposte strutturali.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, risposte strutturali per una crisi strutturale

L'andamento di ottobre, e ancora di più il progressivo annuo e degli ultimi dodici mesi, la dicono chiara, al netto di fattori contingenti, sullo stato di salute dei casinò italiani. Incassi in calo ovunque, a netta dimostrazione della strutturalità di una crisi che richiede risposte altrettanto strutturali. A meno che l'unica soluzione per cercare di far quadrare i conti non sia la solita: chiedere, solo e soltanto, si dipendenti. Senza politiche e strategie vere di rilancio degli incassi, infatti, la strada è segnata e senza uscita. Arriverà a un muro dove non ci sono più sacrifici da chiedere, o dove il personale sarà insufficiente a garantire operatività e qualità del servizio, con uno scadimento che avrà come conseguenza l'ulteriore contrazione degli incassi. Stiamo parlando del punto di non ritorno, distante nel tempo e nella necessità, ma il trend costantemente decrescente degli introiti deve far riflettere proprietà e società di gestione su dove si sta andando e si dove si vuole andare.

Ciò premesso, non tutti i casinò vivacchiano in attesa di tempi migliori, magari derivanti dalla "stretta" che, fuori, si darà al gioco pubblico. Ci sono pieni di rilancio, non spetta a noi dire se efficaci, dettagliati e pronti a essere analizzati con i sindacati, che giustamente lo hanno pretesi, oltre a quelli relativi al costo del personale. Altre situazioni sembrano meno definite o ancora in divenire. Ma l'impressione, anzi la certezza, è che non si possono e non si devono aspettare fattori esterni a risolvere o mitigare la crisi. E se è vero che il gioco pubblico ha fatto è sta facendo grossa concorrenza ai casinò, nel corso degli anni ha continuato a svilupparsi e a trovare nuovo mercato, cosa che i quattro vecchi monopolisti non sono stati in grado di fare. C'è molto da meditare e, soprattutto, da fare.

 

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