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Riordino normativo casinò, un percorso tuttora a ostacoli

23 ottobre 2017 - 09:00

Nonostante la formalizzazione della disponibilità al dialogo, il riordino normativo dei casinò ha degli ostacoli, anche esterni, da superare.

Scritto da Amr
Riordino normativo casinò, un percorso tuttora a ostacoli

I casinò italiani sono pronti e desiderosi di sedere al tavolo con il governo e con gli enti locali, ora che, finalmente aggiungeremmo noi, si è deciso di procedere al loro riordino normativo. La posizione è stata ufficialmente presa e ribadita nel corso dell'ultimo consiglio direttivo di Federgioco, e per voce dell'attuale presidente della federazione aderente alla Fipe Confcommercio che rappresenta i quattro casinò italiani. Tuttavia, nonostante la disponibilità, il cammino potrebbe essere in salita e ostacolato, o per meglio dire, rallentato, da due ordini di problemi. Innanzitutto il governo in questi giorni, in queste settimane, è alle prese con il decreto attuativo (che sarà materialmente redatto, come è ovvio, dal ministero dell'Economia e delle Finanze) sulla parte più “consistente” dell'intesa raggiunta in Conferenza unificata, ossia la riduzione del 50 percento dei punti di gioco. Ed è evidente che di fronte a un simile compito, da cui per esempio dipende anche il futuro dell'attesissimo e rimandatissimo bando scommesse, la questione casinò, che giace sullo sfondo da trent'anni e passa, rischia di restare tale. C'è inoltre da aggiungere che la legislatura si avvia al termine, con tutte le conseguenze che questo potrebbe avere, al momento di avviare un percorso “epocale” (ovviamente per gli addetti ai lavori) sul quale, però, non c'è una sensibilità sociale tale a cui occorre dare risposte, come è invece per il “caso” gioco pubblico ormai presente ovunque.

I casinò sono da tantissimo tempo quattro, non è certo un problema nazionale averne di più o di meno. E se i loro bilanci sono in rosso (eccezion fatta per Sanremo), certamente è segno che c'è qualcosa di strutturale che non va, ma il problema è essenzialmente locale, per quelle proprietà che non riescono più a fare cassa, o almeno non più come prima, dal loro andamento.
Ci vorrà dunque molta forza di volontà per portare avanti un tale progetto, e non è del tutto chiaro, al momento, se e da parte di chi possa arrivare questa spinta propulsiva per un obiettivo che, visto da fuori, non appare più rinviabile e sembra più che mai alla portata di mano, essendosi dotato di un documento siglato in Conferenza unificata.

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