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Casinò Venezia, una guerra senza vincitori

28 agosto 2017 - 07:56

Forte tensione al Casinò di Venezia: chi rischia di farsi veramente male, però, è l'azienda, bene primario da salvaguardare.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò Venezia, una guerra senza vincitori

I conti si fanno alla fine e a fine agosto, più probabilmente inizio settembre, si saprà quanto hanno pesato, in termini di incassi e di ingressi, sia gli scioperi che hanno imperversato per quasi tutto il mese che le discusse (tant'è che sono state infine sospese) promozioni avviate al Casinò di Venezia.
Vista da fuori c'è tuttavia da chiedersi se non si sia perso di vista l'obiettivo principale, ossia la salvaguardia e il necessario rilancio dell'azienda. Certo, per essere un'attività economica che dovrebbe dispensare fortuna e divertimento, l'immagine che è stata data per l'intera estate, amplificata in occasione del diciottesimo compleanno di Ca' Noghera, è stata tutt'altro che leggera e priva di problemi. Poche volte, almeno nella storia del gioco, si è visto un conflitto così accentuato, una lotta così dura dove le parole confronto e mediazione sembrano prive di peso e di valore.
Se agosto si chiude all'insegna della guerra sindacale, il fronte, a settembre, si sposterà nelle aule di giustizia, con ben tre ricorsi che dovranno essere esaminati nelle sedi competenti e che vertono sul supposto comportamento antisindacale da parte dell'azienda, sul regolamento unilaterale del rapporto di lavoro che ha preso il posto del contratto disdettato, sul minimo garantito delle mance, le cui conseguenze potrebbero costare all'azienda milioni di euro.
Non c'è motivo di essere ottimisti sul futuro del Casinò. C'è invece per chiedere a tutti, non in proporzioni uguali visto che è troppo facile ripartire le "colpe" in parti uguali, un atto di responsabilità nei confronti di un'azienda che rischia di perire a causa del fuoco amico, come pure di una città che è sempre più incredula e stufa di un conflitto forse degno di miglior causa.

 

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