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Il casinò e l’arte della guerra

21 agosto 2017 - 07:23

Non accenna ad attenuarsi il conflitto al Casinò di Venezia: si attende un autunno caldo.

Scritto da Anna Maria Rengo
Il casinò e l’arte della guerra

Sciopero tuttora in corso (fino al 24 agosto, sempre che non vengano decise e comunicate ulteriori iniziative), al Casinò di Venezia, per protestare, tra l’altro, contro l’entrata in vigore del nuovo regolamento aziendale che va a disciplinare il rapporto di lavoro, dopo la disdetta unilaterale del contratto, di cui se ne chiede uno nuovo. Fratture sindacali in corso, inoltre, sempre al Casinò di Venezia, vista la recente ricostituzione del sindacato Uilcom-Uil e la ancora più recente nascita di un sindacato, il Siam, che punta nello specifico a rappresentare gli impiegati amministrativi della Casa da gioco.

D’altro canto, i “numeri” degli incassi e degli ingressi mostrano, almeno per la prima quindicina del mese, una flessione complessiva dei primi e una crescita dei secondi, trainati principalmente anche dalle promozioni che hanno riguardato il segmento slot, che risulta infatti in crescita ma non quanto le attese e tenendo presente la mega vincita da oltre 500mila euro che era stata pagata l’anno passato a Ca’ Noghera. Numeri dunque da analizzare con attenzione e da collocare in una prospettiva di lungo periodo, cercando di tenersi a una asettica larga dal tentativo di voler dimostrare che gli scioperi stanno facendo male, oppure proprio niente, ai conti aziendali.

La questione, nel lungo periodo, è infatti se c’è la volontà e la capacità di tutte le parti di rilanciare l’azienda, partendo innanzitutto dalla ricostituzione di un clima di relazioni sindacali perlomeno decente. Clima decente che, si può azzardare, al momento non c’è. Le integrazioni allo sciopero già deciso dall’assemblea il 1° agosto non hanno fatto altro (del resto era questo lo scopo) che esacerbare ulteriormente gli animi e rendere più difficile, da tutte le parti, fare il primo passo per il riavvio di una trattativa. Certamente, inoltre, non giova allo scopo il ricorso che centinaia di dipendenti hanno presentato contro il nuovo regolamento unilaterale del rapporto di lavoro. Ma in fronte a questa guerra tattica, con le parti in ferme nelle proprie posizioni e al riparo della trincea, c’è da chiedersi se ci sia una vera strategia dietro, e quale sia nella realtà. I tempi, come da più parti, anche su queste pagine virtuali, è stato fatto notare, sono ormai cambiati: le rendite di posizione, i privilegi, i soldi facili, sono ormai un lontano ricordo e chi pensa di poterlo far rivivere è destinato a restare amaramente deluso. Tuttavia, la prova di forza rischia di danneggiare non solo i contendenti, ma anche l’oggetto del contendere, un Casinò che deve produrre utili e incassi e che non si avvantaggia certamente, tanto più che è luogo che deve dispensare divertimento e intrattenimento, di tensioni e disservizi. Qualcuno faccia il primo passo per uscire dalla situazione di stallo, nel senso della responsabilità e del sapere guardare oltre il proprio orticello che sta seccando con le proprie mani. La città ne sarà grata, visto che sta guardando con distacco e insofferenza l’acredine che regna in una tra le sue principali partecipate.

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