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Casinò Venezia, è guerra senza esclusione di colpi

26 giugno 2017 - 08:11

Fortissime tensioni a Venezia, dopo il fallimento della trattativa sul contratto di lavoro per i dipendenti del Casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò Venezia, è guerra senza esclusione di colpi

No alla cogestione. E un regolamento sul rapporto di lavoro, al posto del "vecchio" contratto che, per definizione, si redige o perlomeno si firma in due. Quanto sta accadendo al Casinò di Venezia segna un punto di svolta nelle relazioni sindacali e un nuovo paradigma nel settore imprenditoriale in genere e in quello delle case da gioco in particolare. La guerra tra azienda/proprietà e sindacati è infatti finita non con un trattato di pace, ma con il prossimo arrivo di un regolamento unilaterale che verrà spiegato direttamente ai lavoratori, in una ulteriore prova di forza della quale si capirà chi rappresenta chi. E intanto le "relazioni" proseguono anche nei palazzi della giustizia, con la prossima discussione del ricorso intentato dalle Ooss contro l'azienda per comportamento antisindacale, dopo che ha sostituito lavoratori in sciopero.

Un clima rovente con tante variabili in campo, ma che la dice lunga sul fatto che il tempo degli accordi "facciamoci tutti contenti", e che hanno portato alla situazione attuale, sono finiti. La nuova proprietà non vuole e non può più proseguire lungo quel sentiero, troppo obbligato ora che i conti non tornano e che gli incassi, dopo la ripresa del 2016 (che non è però bastata a far chiudere in utile il bilancio) sono tornati a flettere. Ma la nuova proprietà è immune da colpe? Non è forse per seguire vecchie logiche che il Casinò stenta a riprendersi? Questo è quanto sostengono i sindacati, che respingono al mittente anche l'accusa di essere stato gli unici artefici del fallimento della trattativa sul nuovo contratto. Time will tell, direbbe a ragione qualcuno. Più a breve, saranno i lavoratori e il giudice del lavoro e dire chi ha ragione.

 

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