Ccnl per i quattro casinò, un progetto da tirare fuori dal cassetto?
I casinò italiani alle prese con dati sugli incassi ancora in altalena e con lo scenario di una possibile società unica.
Scritto da Anna Maria Rengo
La strada della ripresa dei casinò italiani, dati del primo semestre 2016 alla mano, si preannuncia più lunga e accidentata di quanto, con un pizzico di ottimismo di troppo, era stato previsto. E sicuramente, nel rilancio degli incassi e nel far quadrare i conti aziendali (non necessariamente le due variabili sono direttamente correlate) i dipendenti e i loro sindacati saranno chiamati a dare un contributo determinante, sotto diversi punti di vista. In questo contesto, e in contesto in cui, tra mille difficoltà e ritardi, il governo sta pensando alla riorganizzazione normativa delle Case da gioco tricolori, c'è da chiedersi se potrebbe avere senso quel contratto collettivo nazionale di lavoro che era giunto a compimento con la stesura di un documento di Federgioco che però non è mai stato adottato da nessuno dei quattro casinò.
Ovviamente, in quanto iniziativa unilaterale (per quanto giunta al termine di una lunga e difficile trattativa con i sindacati, decisamente spaccati al loro interno sulla desiderabilità di un obiettivo del genere e su metodi e mezzi, nel caso, per raggiungerlo), era quasi inevitabile che il contratto scritto (apputnto, ma non sotto-scritto) restasse quasi lettera morta, tant'è che i successivi accordi raggiunti a livello aziendale non ne hanno preso spunto. Resta il fatto che avere un contratto unitario rafforza la rappresentatività delle aziende e dei loro dipendenti (nei confronti gli uni degli altri e nei confronti dell'esterno) fissa paletti anche in vista di future aperture e, se davvero si creerà una società unica di gestione, sarà quasi inevitabile. Visto che i lavoratori della nascente (a dire il vero, per ora solo in una vaga idea di gestazione) società Casino Italia dovranno essere assoggettati allo stesso trattamento, aver cioè gli stessi diritti e doveri.
Tornando nel presente e alla realtà certa, ci sono diverse partite che si stanno giocando nei casinò italiani, tra trattative per il rinnovo del contratto aziendale (è il caso di Sanremo) e per gli accordi sulla solidarietà in scadenza (è il caso di Campione). A tutti sarà richiesta saggezza e spirito di sacrificio, un sacrificio il cui percorso si è già avviato e di questo bisogna dare atto ai dipendenti. A tutti, infine, sarà richiesta flessibilità e capacità di andare oltre i soliti schemi di pensiero e di trattativa. Come detto, dati alla mano, è evidente che la crisi è tutt'altro che passata.