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Casinò, aspiranti sindaci in attesa di duplice giudizio

30 maggio 2016 - 08:16

Italia al voto per le elezioni amministratve: i sindaci attendono l'esito delle urne e gli intendimenti governativi sui nuovi casinò.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, aspiranti sindaci in attesa di duplice giudizio

La campagna elettorale che volge al termine e che traghetterà milioni di italiani alle urne si è caratterizzata per l'insolita assenza del tema 'gioco' e, soprattutto, 'casinò', nei programmi dei vari candidati a sindaco. Anche di coloro che sono in pista per la carica di primo cittadino di Comuni che da decenni rivendicano il diritto di avere, o riavere, anch'essi un proprio casinò. Nel clima di preoccupazione politica e sociale sulle conseguenze che la diffusione del gioco sta avendo, i casinò sono risaliti nella classifica dell'accettabilità dell'offerta, in quanto luoghi deputati, con accesso filtrato anche dal punto di vista geografico, controllato.
Può dunque sembrare strano che non si sia voluta cavalcare l'onda dell'opinione pubblica,  tanto più che è arcinoto che i Comuni (nel caso di Saint Vincent, la Regione) guadagnano decine di milioni di euro dall'ospitarne uno. La contraddizione è però solo apparente e la limitata presenza elettorale dei nuovi casinò può essere spiegata come il frutto di un corretto ragionamento politico, per quanto propagandisticamente poco sbandierabile. Se nuovi casinò ci saranno, in Italia,  sarà frutto del preciso intento del governo, è un candidato a sindaco può promettere sul palco del comizio di fare nuove strade, perché questa promessa la potrà mantenere.

LA VIA GOVERNATIVA - La strada per i nuovi casinò passa invece per Palazzo Chigi e il progetto, sempre che il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta potranno metterlo a punto e svilupparlo appieno, è ampio e articolato, coinvolgendo in primis i casinò esistenti. I sindaci, direttamente, possono fare poco, se non ovviamente portare la rivendicazione del loro territorio nei tavoli governativi, più ancora che in quelli parlamentari (visto l'esito nullo delle decine di leggi in materia che negli ultimi dieci anni di stanno impolverando nelle due Camere).

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