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Casinò Sanremo, finisce la pace: Ooss in fibrillazione su più fronti

23 maggio 2016 - 08:58

Il lungo periodo di pace sindacale al Casinò di Sanremo si è concluso: sono diversi i fronti  su cui si è tornati a scontrarsi.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò Sanremo, finisce la pace: Ooss in fibrillazione su più fronti

Per mesi abbiamo scritto del Casinò di Sanremo come di un'oasi di pace, dove gli incassi sono timidamente in ripresa e il bilancio è solidamente in utile, dove la politica interviene ma senza soverchiare la gestione e dove i sindacati hanno rapporti costruttivi con la società di gestione e la dirigenza. Questo quadretto quasi aulico e certamente solare si è recentemente rannuvolato con lo scoppio di una duplice guerra. Se i sindacati non hanno infatti mai marciato lungo la stessa linea, con lo Snalc che da tempo siede a un tavolo separato di trattativa aziendale, l'esodo della maggior parte degli iscritti dell'Ugl Terziario in direzione Fisascat-Cisl sembra aver inasprito i rapporti e fatto crescere la competizione sindacale.

Al momento, infatti, al Casinò sono attivi cinque sindacati e nessuno, fatta salva l'intesa di principio su alcuni punti tra Cisl e Cgil, sembra disposto a trattare collettivamente con l'azienda, specie su quella che è la partita più delicata, ossia l'atteso rinnovo del contratto collettivo di lavoro. L'eccessiva frammentazione, l'abbiamo ribadito più volte, è segno di democrazia, ma crea problema organizzativi e lentezza decisionale, oltre a indebolire gli stessi sindacati, tanto più che la rappresentanza numerica di alcuni di essi è effettivamente abbastanza esigua.

IL DG PRESTINONI - Ma la tensione sindacale (inevitabile forse quando un segretario decide di abbandonare una sigla e si mette alla guida di un altro) si riflette anche sulle relazioni con la dirigenza aziendale. Nel mirino, perlomeno metaforicamente parlando, c'è il direttore generale del Casinò, Giancarlo Prestinoni, e il modo in cui sta trattando, anche dal punto di vista organizzativo, la questione Ccl. Un modo che alla Cisl non piace per nulla, tant'è che assieme con la Cgil ha dichiarato lo stato di agitazione e poi, da sola (almeno sinora) è addirittura scesa in sciopero. Altre sigle però sostengono l'operato del direttore o, meglio, ritengono che si debbano stringere i tempi e concretizzare il rinnovo senza perdersi in inciampi e sottilizzazioni sull'effettiva democraticità o capacità di Prestinoni di avere costruttive relazioni sindacali. In ogni caso, alla fine, sono i lavoratori gli effettivi giudici dell'operato sindacale. Il loro giudizio, giusto o sbagliato che lo si ritenga, è l'unico che conta. Quindi bisognerà attendere l'esito delle giornate di sciopero che sono state indette per capire se sono contenti o meno di come i sindacati li stanno rappresentando o di come l'azienda stia gestendo il rinnovo contrattuale. Certo, la tensione è palpabile e ci sono più livelli di incrinatura dei rapporti tra molteplici soggetti, a dimostrazione che i casinò sono realtà vive e pulsanti e che nessuno può essere definito un'isola felice e pacifica.

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