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Casinò, dalla platea al palcoscenico della politica italiana

18 aprile 2016 - 08:07

La politica italiana inizia a interessarsi, direttamente e indirettamente, di casinò: un'occasione da non perdere per il loro rilancio.

Scritto da Anna Maria Rengo
Casinò, dalla platea al palcoscenico della politica italiana

Nel corso degli anni i casinò sono stati spettatori della scena politica italiana. Spettatori passivi, o anche vittime, visto che la spinta all'espansione dell'offerta di gioco legale, in location diverse da essi, ha finito inevitabilmente per danneggiarli. Il monopolio è infatti una cosa molto bella, per chi lo detiene, anche se rischia di far cullare su allori poco duraturi e che rendono ancor più difficile reagire quando non lo si può più esercitare. Ciò premesso, per i casinò i mesi che si stanno vivendo sono un'occasione straordinaria per rivendicare un ruolo nella 'piece', tanto più che a livello locale, e non certo da poco tempo, sono emersi forti movimenti di opinione e soprattutto politici che si sono opposti, anche a suon di leggi regionali e di normative comunali, all'ulteriore proliferare dell'offerta di gioco. O perlomeno alla collocazione in quel particolare territorio dell'offerta che legalmente è stata stabilita a livello nazionale. Il processo di riordino dell'offerta di gioco pubblico, che ai sensi della legge di Stabilità 2016 dovrà essere avviato mediante un'intesa da raggiungere in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti locali, da convocare entro il 30 aprile, porterà sicuramente a regole uniformi e non miranti all'ulteriore allargamento della stessa.

Semmai, a una riduzione e concentrazione, un fenomeno che sicuramente gioverà ai casinò, dando per buona (e in effetti la si sta dando per tale) la tesi che almeno in parte tutti attingono allo stesso bacino di utenza, almeno per la maggior parte delle tipologie di giochi (perché è vero che il forte giocatore amante dello chemin de fer difficilmente abbandonerà il casinò per andare a giocare alle slot che si trovano al bar sotto casa. Una volta tanto, dunque, il legislatore sta, probabilmente involontariamente e con finalità principalmente di tipo sociale, dando una mano al business dei casinò, che non devono guardare con timore, ma con mente sgombra, anche agli altri interventi, stavolta volontari e mirati, che li riguardano direttamente, su tutti la possibile nascita di una società unica per la loro gestione, sotto il controllo statale, e che consentirebbe di superare diverse anomalie del nostro sistema giuridico italiano in materia di gioco.

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