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Giochi e casinò, lavori in corso a Palazzo Chigi sul riordino

04 aprile 2016 - 08:02

Torna di grande attualità il tema del riordino normativo dei casinò: occhi puntati sul prossimo incontro tra Viminale e Mef.

Scritto da Anna Maria Rengo
Giochi e casinò, lavori in corso a Palazzo Chigi sul riordino

Un incontro già fissato con il ministro dell'Interno, per discutere della possibilità della nascita di una società unica, sotto il controllo statale, per la gestione del quattro casinò italiani. Ad annunciarlo Pier Paolo Baretta, quello stesso sottosegretario all'Economia che in queste settimane è in alacre lavoro per riordinare pure, assieme agli enti locali come richiesto dalla legge di Stabilità 2016, l'offerta di gioco, fissando delle regole comuni e valida nell'intero territorio italiano. Difficile che la nascita della società del Casinò, o anche solo la sua gestazione, possa coincidere con la Conferenza unificata Stato, Regioni ed Enti locali, che dovrebbe tenersi entro fine aprile. I tempi non sono maturi e la materia va affrontata anche con la quattro attuali proprietà. Ma certo, anche se i tempi dei due riordini non fossero del tutto coincidenti, è innegabile che gioco pubblico e casinò sono due ambiti strettamente correlati. Certo, l'opinione pubblica e gli enti locali chiedono da tempo di rivedere le norme sull'offerta di slot, vlt, scommesse, bingo... una pressione ben diversa e ben più forte di quella che sollecita di ridare competitività ai casinò esistenti, cui aggiungere qualche rivendicazione locale su nuove aperture che forse è destinata ad aspettare ancora.

C'è da aspettarsi, ora che Baretta ha rilanciato il tema su cui tanto si è dibattuto lo scorso anno, che non mancheranno le levate di scudi e anche difficoltà oggettive da superare, se per esempio la nuova società dovrà corrispondere un 'quantum' alle attuali proprietà  (che fai rispettivi casinò percepiscono proventi percentualmente molto diversificati) e quindi bisognerà quantificarlo. Senza parlare delle attuali quattro dirigenze delle case da gioco e di come potrebbero venire collocate nella nascente società. Tutto questo, ovvio, mentre non è per niente semplice neanche mettersi d'accordo con gli enti locali sul riordino dell''altra' industria, i cui volumi di fatturato fanno impallidire i quattro casinò, anche sommando i loro incassi. Bene farà il governo, sempre che il caso Guidi non abbia un effetto a valanga, a rimettere complessivamente mano a tutto.

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