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Casinò, il tempo della responsabilità

08 febbraio 2016 - 08:45

Le gestioni attuali dei casinò devo 'risistemare' e riorganizzare gli organici, che si sono stratificati nel corso dei decenni.

Scritto da Anna Maria Rengo

Nel corso dei decenni i casinò italiani, oasi felici di ricchezza e di prosperità per se stessi e per il territorio, hanno potuto creare una stabile e ben remunerata occupazione, creando degli organici che in un momento di contrazione del volume d’affari appaiono sovrabbondanti rispetto alle reali necessità operative e soprattutto non sostenibili economicamente.

Fanno dunque il loro mestiere sindacati che cercano di studiare gli strumenti più indolori per ridurre il costo del lavoro (inteso come spesa procapite e complessiva) in alternativa alle proposte aziendali. Tuttavia, occorre prendere atto che un ridimensionamento è necessario, per far quadrare conti che sono messi a dura prova dalla contrazione degli incassi (per quanto ci siano dei segnali di inversione di tendenza, anche se tuttora oscillanti) e dal ‘quantum’ alla proprietà, che resta una voce importante e determinante soprattutto quando ci si imbarca nell’impresa di far quadrare i conti.

Ovviamente, il costo del lavoro rappresenta la voce di spesa più ingente, e non è certo ‘colpa’ dello Scordato, o del Pagan di turno, se i casinò devono cercare di ridurla. Come detto, la ‘colpa’ è di tutto quello che si è avvicendato nel corso dei decenni, ‘complice’ anche una floridezza degli affari che metteva a tacere la voce flebile della formica per dare il microfono alla cicala, tanto più che la proprietà è sempre stata pubblica e la gestione condizionata, non sempre nel senso migliore del termine, dalla politica.
Ora queste maniche larghe devono essere ristrette. Lo sanno i manager e lo sanno anche i sindacati, che hanno abbandonato la posizione del ‘no di principio’ per assumerne una più consapevole e responsabile. Il tutto nell’ottica della responsabilità. Sono queste le premesse di una trattativa annunciata appena la scorsa settimana e che andrà avanti probabilmente per un bel po’, al Saint Vincent Resort & Casino. Un taglio dell’organico di 120 unità nell’arco di tre anni non è poco. Se questo numero annunciato dall’azienda sarà quello riportato nell’accordo conclusivo è tutto da vedere. Probabilmente gli strumenti per ridurlo e pare di capire che la nuova dirigenza stia dando prova di rigore e di diligenza, nell’ottimizzare anche gli altri costi e nel perseguire politiche di rilancio, altrettanto necessarie della mera stretta alla cinghia. 

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