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I casinò entrano a Palazzo Chigi

18 gennaio 2016 - 09:26

Tanti temi all'attenzione del governo riguardano stavolta direttamente i casinò, e sono forti le attese per le disposizioni già attuate.

Scritto da Anna Maria Rengo

Chissà se già i dati di gennaio mostreranno il 'peso' che ha avuto, per i casinò tricolori, la disposizione contenuta nella legge di Stabilità 2016 e che porta a 3mila euro la soglia massima per l'utilizzo del denaro contante in Italia, rispetto ai mille voluti dal governo Monti. Fatto sta che il governo sta avendo un'attenzione particolare per il settore dei casinò e per le loro proprietà: è grazie a un emendamento dell'esecutivo, infatti, che la stessa legge entrata in vigore il primo gennaio ha previsto un contributo pari a 9 milioni di euro per il Comune di Campione d'Italia, alle prese con l'irrobustimento del franco rispetto all'euro, una disposizione, che si aggiunge a quella per il 2015 (altri 8 milioni di euro) che dovrebbe costituire una buona base per lavorare al fine di riportare in pareggio sia i conti dell'ente che quelli del Casinò, il cui bilancio continua a essere in sofferenza nonostante il risultato ottenuto in termini di incassi in euro.In attesa del 'tema dei temi', ossia l'apertura di nuovi casinò e/o la costituzione di una società unica per quelli esistenti, Palazzo Chigi è alle prese pure con altri, che definire 'minori' è improprio, e che riguardano direttamente, anche se in maniera meno eclatante, le case da gioco.

Venerdì scorso, 15 gennaio, è stata approvato definitivamente il disegno di legge di delegazione europea, con la quale, per evitare un contenzioso comunitario, le vincite ottenute dai giocatori italiani nei casinò dell'Unione Europea e dello Spazio economico comune sono considerate tassate alla fonte, e non vengono più dunque bis-tassate (o sarebbe meglio dire tartassate?) anche in terra natia. E ci sono altri due decreti legislativi, uno in arrivo (il varo era previsto sempre per venerdì scorso) e l'altro in un orizzonte temporale meno prossimo. Parliamo del decreto che riordinerà il sistema delle società partecipate dagli enti locali in Italia, attuativo della riforma Madia, ma bisognerà dare attuazione anche alla quarta direttiva sull'antiriciclaggio, e chissà in quale maniera saranno applicate le disposizioni che contiene in materia di uso del contante (2mila euro) e di possibili esenzioni per il settore del gioco, ma non per i casinò.Di carne, sulla graticola di Palazzo Chigi, ce n'è molta, ed è anche questo, il più istituzionale, il fronte su cui i casinò sono chiamati a fare fronte comune. Lo strumento ce l'hanno: si chiama Federgioco che può e deve svolgere un ruolo determinante su molti aspetti strategici e programmatori.

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