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Donne, spettatrici o giocatrici nei casinò?

19 agosto 2017 - 06:56

Le mille sfaccettature del legame che unisce le donne al gioco da casinò.

Scritto da Marco Fiore
Donne, spettatrici o giocatrici nei casinò?

Ci dedichiamo ad un tema interessante che possiamo certamente definire di “colore”, Donne & Gioco. Nell’immaginario collettivo, la fugura femminile, quando si colloca all’interno di una Casa da gioco, viene spesso associata al ruolo di “silente musa ispiratrice” del giocatore. In parte è vero, ma solo in parte, sono sempre meno infatti le donne che accompagnano il giocatore nelle sue pausa di divertimento. Pause che molto spesso sono lunghe, per non dire estenuanti e se manca un mino di appeal per il gioco, per una donna è veramente difficile far passare il tempo all’interno di un Casinò.

Oggi viene in aiuto di queste distratte accompagnatrici il fedelissimo smartphone che, tra un messaggio in chat ed un post su Facebook, rappresenta un mezzo per scacciare la noia. Un alternativa che ci sentiamo di caldeggiare fortemente è quella di orientare le scelte proprio compagno o marito giocatore suggerendo di optare per una destinazione dove a fianco del Casinò si trova un albergo accogliente, possibilmente dotato di un centro benessere o di una Spa, in cui, passare il tempo può risultare certamente più interessante. Non mancano le opzioni, sia in Italia che, ovviamente, all’estero. In questo modo, tutti saranno “felici & contenti”: il giocatore non proverà ansia per aver lasciato troppo tempo da sola la propria compagna, ma soprattutto la stessa compagna non si accorgerà del tempo che passa. Un compromesso che può migliorare la vita, oseremmo dire, ma non tutte le coppie sono così assortite.

Molto spesso, anzi, sempre più spesso, la passione per il gioco è fattore condiviso. Non che questo faciliti la vita, perché le preferenze dell’uno e dell’altra per la destinazione da scegliere possono qualche volte essere causa di discussione nel momento in cui si decide di partire per una vacanza in cui regalarsi forti emozioni e divertimento. La situazione peggiore, diremmo quella da cui rifuggire, è una condivisione di livello più alto, quindi che lega la coppia anche per tipo di gioco preferito. Per noi che abbiamo “respirato per molti anni l’aria del Casinò”, come si dice in gergo, la situazione poco sopra descritta è sicuramente la più pericolosa, fonte molto spesso di discussione, di battibecco o di bisticcio.
Quindi se proprio amate giocare entrambi, per favore, appassionatevi a due giochi molto diversi tra loro, se possibile, anche collocati fisicamente lontani uno dall’altro. Perché il gioco deve essere momento legato soprattutto alle emozioni, quindi non governato dalla razionalità, da vivere mettendo in campo le proprie strategie, giocare sullo stesso tavolo non può che generare conflitti, salvo che una delle due parti sia disponibile a fare atto di sottomissione, e quindi a giocare nel rispetto delle sensazioni/decisioni di quella dominante. Come sempre precisiamo, mai generalizzare, sarebbe un grosso errore. Prima di concludere, non possiamo esimerci dal parlare di Donne & Gioco, nell’accezione che preferiamo, quella che vede la donna interpretare il ruolo da protagonista e quindi vivere il proprio divertimento senza avere bisogno di un compagno al proprio fianco nel momento in cui decide di regalarsi una pausa di divertimento. In questo caso emerge una differenza, diremmo sostanziale, di approccio.
Il gioco è “passione” nel vero senso del termine, non passatempo, nemmeno vizio, ma momento in cui emozionarsi, in cui evadere. E ciò accade indipendentemente dal valore della posta in gioco, a testimoniare una superiorità della Donna rispetto all’Uomo nel vivere, anche quotidiano, di ogni impegno o attività che decide di affrontare. Non ce ne vogliano gli Uomini che leggeranno questo scritto, la serietà e l’impegno che le nostre dolci metà mettono in campo in ogni cosa che fanno ci disarma, ci mette in imbarazzo. Noi Uomini preferiamo la frivolezza, salvo poi trascendere trasformando un momento di divertimento in un’esperienza stressante. Non conosciamo le cosiddette vie di mezzo, nemmeno le donne, ma, rispetto a noi, sono coerenti. Scusateci per questa digressione di sapore psicologico, la ritenevamo opportuna per raccontarvi un po’ dell’esperienza da noi vissuta tra i tavoli da gioco e anche tratta dai racconti di giocatori e di giocatrici che ci hanno onorato della loro amicizia. Un’ultima precisazione, se mai dovesse capitarvi di gestire da addetto ai lavori una querelle su una “questione” di gioco o una cosiddetta contestazione, auguratevi sempre che la vostra controparte sia un uomo, non esiste infatti – ahinoi non solo nel gioco - persona più combattiva di una donna…
L'AUTORE - Marco Fiore fa parte della direzione commerciale del Saint Vincent Resort & Casino.

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