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CdC: 'Aiuti di Stato al Casinò nonostante divieto Ue'

29 giugno 2017 - 08:29

L'invito a dedurre della Corte dei Conti evidenzia come dal 2012 al 2015 ci sia stata una irrazionale allocazione di risorse pubbliche a favore del Casino.

Scritto da Anna Maria Rengo
CdC: 'Aiuti di Stato al Casinò nonostante divieto Ue'

“Gli elementi di conoscenza disponibili mostrano che è stata portata avanti non una, seppur discutibile, iniziativa di sostegno a un processo di innovazione strategica, dagli esiti incerti, di una società controllata in perdurante crisi, ma un'irrazionale e consapevole allocazione di cospicue risorse pubbliche per il sostegno di un soggetto imprenditoriale non in grado, in base agli inequivoci segnali di contesto, di assicurare ragionevoli equilibri dei saldi di gestione. Questo (…) disattendendo i basilari precetti dell'economicità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa”.

È quanto si legge nell'invito a fornire deduzioni recapitato a 22 tra membri della giunta, consiglieri e funzionari regionali valdostani dalla Corte dei Conti, procura regionale presso la Sezione Giurisdizionale per la Regione Autonoma Valle d'Aosta, che quantifica, come noto, in 140 milioni di euro il possibile danno erariale a seguito della “dotazione finanziaria” fornita al Casinò di Saint Vincent da luglio 2012 a dicembre 2015.

L'invito, firmato dal procuratore regionale Roberto Rizzi, sottolinea inoltre come “le audizioni recentemente svolte (gennaio 2017) dalla II commissione permanente (…) hanno evidenziato la profondità di incidenza dell'amministrazione sulle dinamiche operative della società”.

I FINANZIAMENTI - Secondo la Corte dei Conti, l'importo da 50 milioni di euro erogato nel luglio 2012, per la maggior parte “essendo diretta a costituire la provvista per l'esecuzione di interventi riguardanti un'attività imprenditoriale in regime di libera concorrenza (lavori riguardanti il Grand Hotel Billia Ndr) risulta in palese violazione del divieto di aiuti di Stato”. “Con ogni evidenza – si legge ancora – in funanziamento ha creato un'enorme asimmetria competitiva, ponendo le altre strutture alberghiere, presenti nel territorio del Comune di Saint Vincent, in una posizione deteriore, non avendo potuto le stesse usufruire, in una fisiologia dinamica concorrenziale, di analoghe opportunità”.

ASSISTENZA FINANZIARIA DIRETTA E INDIRETTA - La Corte dei Conti esamina in maniera critica anche gli altri tre finanziamenti concludendo che “Casino de la Vallèe ha beneficiato di una vigorosa assistenza finanziaria realizzata, però, in evidente violazione del divieto, posto dalla disciplina comunitaria, di aiuti di Stato, nonché in contrasto con gli inderogabili precetti previsti dalla legislazione nazionale e da quella regionale, ignorando del tutto i fondamentali canoni dell'economicità, efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa. Per di più tale assistenza (…) è in realtà avvenuta anche con modalità meno evidenti” e si è realizzata con “la riduzione dei tassi di interesse sui mutui”, con “l'elisione di una quota consistente (30 milioni di euro) del debito nei confronti della consorella Finaosta”, con “il mantenimento della riduzione, operata nel periodo precedente a quello preso in esame, dal 40 al 10 percento della quota di introiti lordi dei giochi che la Società è tenuta a corrispondere alla Regione”, con “il fondo alimentato con la percentuale del 6 percento degli introiti di spettanza della Regione relativi all'anno precedente”. Insomma, “una variegata gamma di aiuti”, frutto per lo più “di alchimie finanziarie elaborate ricorrendo ad architetture complesse”.

L'ILLICEITA' DELLE CONDOTTE – Secondo la CdC, “nella vicenda in esame, il tasso di 'nobiltà' del fine ultimo asseritamente perseguito (quello della promozione turistica e sociale di un territorio ritenuto bisognevole di interventi incentivanti), non vale a riqualificare i ripetuti soccorsi finanziari come iniziative lecite”. 

 

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