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'Lavoratrice discriminata', Casinò di St. Vincent impugna decreto

22 gennaio 2016 - 09:45

Il Casinò di Saint Vincent presenta ricorso al giudice del lavoro contro il decreto che lo condanna per violazione delle norme sulle pari opportunità.

Scritto da Anna Maria Rengo

Il decreto era di quelli che fa notizia, e che non getta certamente buona luce su chi ne è destinatario. Lo scorso 5 gennaio, con un provvedimento, il giudice del lavoro di Aosta, Eugenio Gramola, ha infatti condannato il Casinò di Saint Vincent a risarcire l'ex responsabile della Direzione amministrazione, finanza e controllo, Rossella Bertone, per una somma ancora da quantificare sulla base delle differenze retributive che la donna avrebbe percepito rispetto ad altre figure professionali e ritenendo che tali differenze fossero il frutto di una discriminazione che può configurare una violazione delle norme sulle pari opportunità nei rapporti di lavoro.
“Abbiamo ritenuto il decreto passibile di impugnazione e pertanto l'abbiamo impugnato, sempre presso il giudice del lavoro”, spiega a Gioconews.it l'amministratore unico del Saint Vincent Resort & Casino, l'avvocato Lorenzo Sommo. L'impugnativa è stata depositata tramite l'avvocato Italo Fognier e “siamo in attesa che il giudice fissi la data dell'udienza. Non riteniamo che ci sia stata discriminazione”, conclude Sommo.

 

IL DECRETO – Secondo il decreto del giudice del lavoro, Bertone, inquadrata come dirigente, aveva subito una disparità di trattamento e la Casa da gioco le riconosceva una retribuzione che arrivava fino al 40% in meno dei lavoratori di sesso maschile sia delle posizioni apicali dell’organizzazione aziendale, sia di livelli più bassi (quadri ed impiegati di I livello). Il risarcimento potrebbe ammontare a circa 20mila euro per anno di impiego.

 

LA VICENDA - Bertone, assunta dalla casa da gioco nel marzo 2011, si era rivolta alla magistratura soprattutto per contestare la legittimità del licenziamento operato nei suoi confronti alla fine del 2015 (la sua funzione era stata soppressa e accorpata alla direzione generale). Su questo punto, però, il giudice non le aveva dato ragione.

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