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Porteur nei casinò, tra compensi e garanzie

16 dicembre 2017 - 01:32

L'analista di gaming Mauro Natta esamina il tema dell'utilizzo dei porteur nei casinò italiani.

Scritto da Mauro Natta
Porteur nei casinò, tra compensi e garanzie

Il porteur è un procacciatore d’affari, o meglio, procaccia giocatori di una certa levatura che accompagna nei casinò con i quali collabora. Non me ne voglia Marco Fiore, che saluto volentieri, se copio i termini da lui usati nella sua rubrica Panno Nero pubblicata sulla rivista Gioco News.

Mi interessano due aspetti di questa professione: il compenso e le garanzie. Ma incominciamo dal regolamento del cambio assegni, bene inteso quelli di conto corrente.

Per i suoi clienti il casinò procede ad acquisire una serie di informazioni, bancarie e non, per avere una idea abbastanza precisa di quanto poter avanzare dietro rilascio del titolo di credito.

Per i clienti che il porteur presenta dovrebbe avere una garanzia da parte del porteur stesso in merito alla loro solvibilità, ma ce l’ha? Non va dimenticato che un giocatore frequenta più case da gioco e non sempre è possibile averne notizie aggiornate.
Il porteur viene compensato tramite provvigioni calcolate su parametri che sono stabiliti da un particolare contratto tra lo stesso e la direzione del casinò.
Ho sentito dire, sempre che corrisponda a verità, che una forma di pagamento consiste di calcolare la provvigione sul cambiato; questo mi pare eccessivo per il motivo che cambiare un importo è una cosa giocarlo è un’altra. Come diceva un vecchio direttore, sono “fichi di un altro cavagno” (canestro dal dialetto ligure, Ndr.).
Trovo, invece, giusto calcolare il compenso sul perduto dal giocatore; detta operazione è fattibile con una qualche precisione se sono in uso i gettoni non convertibili (in contanti e, neppure, nei cosiddetti assegni casa alla cassa di sala).
Ne deriva la possibilità che il giocatore perdente in parte può decurtare il suo assegno e se vince lo può ritirare; un occhio di riguardo a placche e gettoni che risultano a mani clienti!
Se il giocatore “presentato” dal porteur non paga l’assegno cosa succede?
Ecco che il rischio di impresa aumenta. Non tanto perché il giocatore può vincere ma, se perde, cosa può accadere? Se il rischio è stato preventivamente calcolato consentendo e ponendo limiti al cambio assegni è un accadimento “calcolato”, nell’altro caso siamo in una situazione, come pare aver rappresentato, alquanto diversa.
Ciò non toglie che, in ogni caso, è sempre bene distinguere tra ricavi effettivi e ricavi virtuali; è vero che le perdite su crediti vanno a bilancio e, quindi, automaticamente anche se non in contemporanea, modificano i ricavi, ma non può essere questo un ragionamento sostenibile.
L'AUTORE – Mauro Natta è stato segretario nazionale dello Snalc e ha lavorato nei casinò di Venezia e di Saint Vincent.

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