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Casinò e mance, l'importanza del conteggio al tavolo

25 giugno 2016 - 08:40

L’importanza del conteggio delle mance tavolo per tavolo prima ancora che gioco per gioco: un valido strumento in aiuto al marketing operativo.

Scritto da Mauro Natta
Casinò e mance, l'importanza del conteggio al tavolo

Uno dei criteri applicabili alla conduzione di una casa da gioco, al quale non è assolutamente possibile rinunciare, a mio parere, è l’adeguamento dell’offerta alla domanda.
Ciò che è valido in una qualunque azienda di produzione di servizi lo diviene ancor più se i servizi non sono indispensabili.
Così come il cliente di un ristorante sarà difficile da rivedere se alla richiesta di un risotto si vede servire una minestra di verdura, a maggior ragione ciò avviene se il giocatore non trova il tavolo col suo gioco preferito. Forse in mancanza di un tavolo di chemin de fer, in attesa che venga aperto, il giocatore si potrà 'accontentare' di giocare al punto banco, in mancanza della roulette francese tradizionale potrebbe rivolgersi alla fair roulette, ma è già, forse, più difficile.

Non c’è la necessità di ricordare che un cliente soddisfatto ne manda altri mentre uno insoddisfatto non ne manda nessuno e potrebbe rappresentare una pubblicità negativa (lo sostenevano anche i giapponesi).
A questo punto, superata la validità dell’adeguamento dell’offerta alla domanda, provo a dimostrare quanto sia corretto per la motivazione riportata nel titolo il conteggio delle mance tavolo per tavolo. Non si può negare che l’accostamento di un tavolo ad un altro dipenda dai giochi che vi sono praticati e, quindi, la maggior o minor resa in mance si può verificare agevolmente così operando. Tra l’altro, e non è poca cosa, con la piena soddisfazione del personale addetto ai giochi.
Passando al controllo, si deve ammettere che il rapporto mance/introiti è, da moltissimo tempo e spalmato su un periodo non breve, l’elemento principe per il controllo sulla regolarità del gioco e, se del caso, la giustificazione logica di possibili anomalie.
Certamente identico discorso non potrebbe farsi in uno stato ove le mance non esistono (Gran Bretagna) oppure ove non è permesso acquistare gettoni se non al tavolo da gioco (Stati Uniti).
Posso aggiungere che in uno dei quattro casinò italiani le mance sono indicate nello stesso documento contabile ove sono registrati gli introiti netti del tavolo.
Non si può parlare minimamente di aggravio di lavoro e, se anche lo fosse ma non lo è, si deve considerare il riscontro economico conseguente che non è assolutamente trascurabile.
Probabilmente un accorgimento come quello in discorso non arreca un grandissimo risparmio di costi ma, e se ne può essere sicuri, un miglioramento sensibile e mirato della politica produttiva.
Sicuramente si potrà obiettare che manca ancora un accorgimento; se mi si permette una brutta espressione che rasenta l’ossimoro: la 'plurispecializzazione' intesa come la reale e concreta possibilità che ogni addetto alla produzione sia in grado di svolgere un numero consistente di giochi.  Non mi si chieda se sogno o son desto; ciò è possibile ed è già stato realizzato.
L'AUTORE – Mauro Natta è stato segretario nazionale dello Snalc e ha lavorato nei Casinò di Saint Vincent e Venezia.

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