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Eros Ganzina (Casinò di Venezia): 'Ripartiamo dall'eccellenza'

21 maggio 2016 - 08:36

Il nuovo direttore generale del Casinò di Venezia, Eros Ganzina, illustra i punti di forza della Casa da gioco su cui fare leva per attuare efficaci politiche di rilancio.

Scritto da Anna Maria Rengo
Eros Ganzina (Casinò di Venezia): 'Ripartiamo dall'eccellenza'

Un mese e mezzo di lavoro in laguna, decenni di esperienza nei casinò esteri (ultimo in ordine di tempo il Portomaso di Malta) e tanta voglia di fare. Queste, in estrema sintesi, le credenziali del nuovo direttore generale del Casinò di Venezia, Eros Ganzina, che illustra a Gioco News la sua prima impressione, sia professionale che umana, sulla prestigiosa Casa da gioco, dopo tanti anni di lavoro trascorsi fuori dall'Italia.

“Le prime sensazioni sono state certamente molto positive. È per me un grande orgoglio potere dirigere un’azienda con questa storia e questo prestigio. Il mio percorso ventennale all’estero è stato un processo formativo molto importante a contatto diretto con culture, organizzazioni, metodi e giurisdizioni totalmente diverse. Mi auguro che il mio know how possa essere un valore aggiunto per il Casinò di Venezia e aprire un ciclo importante. La macchina è certamente molto complessa dove sono presenti diverse peculiarità ma anche molte eccellenze”.

Che bagaglio di conoscenze e di esperienze porta dalla sua lunga esperienza maltese?

"L’esperienza maltese, è inutile dirlo, è stata fondamentale nel mio percorso e mi ha dato la possibilità di realizzare eventi e progetti importanti. La lungimiranza del Gaming Board, la visione della proprietà e la flessibilità del team con cui ho lavorato, hanno reso possibili grandi cose che solo pochi anni fa potevano sembrare di difficile realizzazione. La formazione acquisita a Malta rientra in un concetto di casinò moderno dove sono possibili diverse modalità di gioco e lo sviluppo di concerto con le autorità locali è sempre fattibile. Malta è divenuta la capitale mondiale dell’online e la grande intuizione del Gaming Board ha reso possibile una crescita economica dell’isola, creando migliaia di posti di lavoro e numerose opportunità imprenditoriali. Malta è divenuta il benchmark dell’online e non solo. La realizzazione dei grandi eventi di poker è sempre stata vista con attenzione dal Gaming Board che non ha mai intralciato la loro realizzazione, comprendendo l’importanza che questi eventi avevano per l’economia locale (spin off). È stata per me 'un’importante palestra' che mi ha insegnato molto anche dal punto di vista umano”.
Quali sono le principali differenze tra il mercato italiano e maltese dei casinò?
“La sostanziale differenza è che i Casino maltesi sono privati mentre quelli italiani sono pubblici. La dimensione è anche un ‘altra differenza evidente. Parliamo in pratica di un altro mondo dove l’azionista di riferimento invece di essere la proprietà è il Comune, oppure la Regione, che deve rispondere direttamente alla comunità . Questo rapporto tra le parti cambia tanti meccanismi che nel caso specifico del pubblico diventano talvolta più complicati. Il mercato maltese ha sempre vissuto però la componente 'competition' in maniera diversa da quelli italiani, in cui si trova la stessa offerta a pochi passi. La direzione diventa più complicata per certi aspetti (concorrenza) ma più semplice per quanto concerne programmi di sviluppo oppure iniziative da realizzare. I casinò italiani sono molto più strutturati come diretta conseguenza di fatturati e numero di impiegati e hanno tutele lavorative certamente diverse. Anche la tassazione è una differenza di grande rilevanza; sull’isola dei Cavalieri il prelievo è diretto sugli incassi distinguendo revenue slots (40%) e revenue tavoli (36%). In Italia invece ci sono accordi con Comuni e Regioni diversi l’uno dall’altro con un prelievo diretto in percentuale diversa. Meccanismi sostanzialmente diversissimi”.
A Malta si era fortemente impegnato nell'ospitalità di tornei di poker. Anche a Venezia questo gioco sarà così centrale?
“Non direi che i tornei di poker possano diventare centrali per il Casinò di Venezia ma possono diventare certamente quel volano importante che tanto ha contribuito a far diventare Portomaso il brand che è tuttora. Ci sto lavorando e spero di realizzare un progetto importante che aiuterebbe certamente il Casinò di Venezia a ringiovanire la propria clientela, avvicinare nuovi giocatori e ospitare tornei internazionali importanti con riflessi diretti sul core business e sull’economia locale”.
Quali sono i principali punti di forza del Casinò di Venezia e quali invece i punti 'deboli' sui quali andare a intervenire?
“Sono in questa posizione solamente da poco e mi sono fatto un’idea dei punti deboli su cui intervenire ma preferirei parlarne in un secondo momento. La forza di Venezia è certamente nella sua posizione, nel suo prestigio e nella sua storia. Sono presenti delle eccellenze evidenti all’interno della casa da gioco da cui è giusto ripartire. Cercherò di apportare delle modifiche a vantaggio di tutta l’operation che forse è rimasta troppo statica negli ultimi anni per vari motivi che non sto qui ad elencare. Il Casinò ha bisogno di cambiare marcia e, con l’ aiuto di tutti, il risultato sarà possibile e soddisfacente”.
A suo modo di vedere il Casinò di Venezia può intercettare i flussi turistici che arrivano in Laguna? In che modo?
“Secondo la mia opinione si possono certamente attuare delle campagne di mass marketing cercando di intercettare flussi turistici importanti ma il lavoro più grande deve essere fatto sul recupero della clientela disaffezionata nel corso degli anni per varie ragioni. La concorrenza e’ stata molto intraprendente e ha colto nuove tendenze con più rapidità e si è adattata ai cambiamenti tecnologici con maggiore incisività. La nostra grande sfida sarà quindi il recupero della clientela e il ringiovanimento dei giocatori cercando di avvicinare nuove generazioni alla casa da gioco”.
Come si confronterà con i sindacati, esperienza forse per lei nuova, almeno per quanto riguarda quelli italiani?
“Cercherò un dialogo costruttivo e proverò ad essere disponibile al dialogo sempre nei limiti che il mio ruolo comporta. Sono cosciente che non si tratta di una cosa semplice da mettere in pratica ma mi auguro che il rispetto sia sempre reciproco”.
Qualcuno ha 'criticato' la scelta della sua persona affermando che sinora ha gestito solo casinò di piccole dimensioni. A suo modo di vedere, gestire un piccolo casinò è davvero più semplice?
“Gestire un casinò piccolo non è certamente facile perché ci sono risorse umane ed economiche molto limitate. Le critiche le ritengo abbastanza pretestuose e le rimando al mittente anche perché i miei predecessori non avevano mai gestito un casinò prima di ricoprire questa posizione. Ricordo che la mia candidatura è emersa da un bando pubblico”.

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