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Casinò, modello Las Vegas anche in Italia?

31 gennaio 2015 - 10:09

Cosa possiamo o dobbiamo aspettarci dal nuovo anno? Una domanda, forse scontata, alle quale è però molto difficile dare risposta. Ci siamo lasciati alle spalle un vero e proprio annus horribilis in cui la parola più ricorrente è stata certamente ‘crisi’.

Scritto da Marco Fiore

Una crisi certamente economica, contro la quale non pare esistere rimedio, ma anche di pensiero e di atteggiamento, quindi di incapacità del nostro Paese, di conseguenza di noi tutti, di trasformare un momento di grave difficoltà in una opportunità per avviare un cambiamento. Dal punto di vista teorico, sembrerebbe facile raggiungere l’obiettivo, dal punto di vista pratico non lo è altrettanto. Sono venuti meno alcuni punti di riferimento sui quali storicamente abbiamo fatto affidamento, inevitabile sentirsi spaesati, incapaci di agire. Non sarà certo il messaggio che parte da questo articolo ad agevolare il cambio di scenario, ma, in estrema sintesi, ciò che noi italiani non siamo capaci di fare è ‘pensare positivo’.

 

La comunicazione, in primis, quella ufficiale, è ormai grigia, ripetitiva, non offre mai spunti di riflessione. I mercati, tutti, devono fronteggiare uno stato di difficoltà, la sola possibilità di difesa è rappresentata dalle idee, dalla capacità di abbandonare le abitudini, di avere voglia di rischiare, ma soprattutto, di puntare sui giovani, che restano, sempre e comunque, la nostra unica risorsa per affrontare il futuro. La nostra società purtroppo non valorizza i giovani, non li aiuta e non li sostiene nel momento in cui si lanciano in nuovi progetti. Una lunga premessa di cui ci scusiamo, non è certamente questa la sede più appropriata per argomentare su temi di così difficile trattazione. Il mondo del gioco però ci trasmette alcuni insegnamenti.

 

IL POKER - Pensate, ad esempio, cosa sarebbe successo al cosiddetto movimento del Poker, nella sua ormai popolarissima versione Texas Hol’Em, senza la vivacità che ha caratterizzato lo scambio di comunicazione sui blog da parte degli appassionati e dei giocatori, giovani e giovanissimi, che hanno sfruttato al meglio le potenzialità offerte dai new media. Noi, tanto per cambiare, siamo arrivati in ritardo, anche nel beneficiare di questo movimento che non esitiamo a definire di portata mondiale e che sta cambiando faccia al mondo del gioco ‘tradizionale’. Il fenomeno, a detti degli esperti, anch’essi giovani, è già in fase calante, ma nascono nuove varianti di gioco, frutto di idee e di animato confronto, che probabilmente consentiranno di tenere vivo l’interesse sullo specifico gioco anche nel 2015. A poco servirà bloccare la diffusione sul territorio delle Poker Room, un tentativo che il legislatore nel nostro Stato, con grande fatica, sta cercando di finalizzare con risultati non certamente degni di nota. Il movimento travolgerà tutti, invece di cavalcarlo, controllarlo e gestirlo, lo subiremo. L’evoluzione del fenomeno Poker Texas Hold’Em ci consegna però qualche ulteriore messaggio, ci racconta, a condizione di aver voglia di ascoltare, che il cambiamento nel modo del gioco è già arrivato. Ne consegue, per quanto riguarda lo specifico mercato nel suo complesso, l’obbligo da parte degli operatori del settore, largamente inteso, di prendere coscienza del fatto che la componente di divertimento sta prendendo sempre più il sopravvento rispetto alla componente classica emozionale e adrenalinica che ha storicamente caratterizzato il gioco, anche quello d’azzardo.

 

I GIOCHI PREFERITI - Quindi, quali saranno i giochi preferiti dagli italiani nel 2015? Il Poker, sicuramente, e tutti quelli la cui offerta, soprattutto in termini di prezzo, verrà allineata alle aspettative dei consumatori abituali e potenziali. Occorrerà quindi abbandonare abitudini e consuetudini, porsi il problema e presentarsi sul mercato, mai così competitivo, con tutte le carte in regola, puntando in primis sul divertimento. Ciò non significa che si dovrà penalizzare la nicchia del mercato, ancora molto redditizia, dei grandi giocatori amanti del brivido, ma che si dovrà essere professionali al punto da farla convivere anche con la nuova realtà del gioco come fenomeno puramente ludico, diversificando le fonti di ricavo tradizionale, quindi proponendo prodotti che possono essere venduti insieme al gioco, ad esempio intrattenimento e ristorazione nella sua accezione enogastronomica. Insomma Las Vegas docet, possibile che la vecchia Europa non abbia saputo trarre insegnamenti da un modello che si è affermato nel mondo? Copiare non è un delitto, soprattutto quando nel farlo, si fa buon uso delle proprie idee.

 

L'AUTORE - Marco Fiore è il direttore commerciale del Casinò di Saint Vincent.

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