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Ugo Pagliai e il Quartetto Prometeo al Casinò di Sanremo

11 gennaio 2018 - 09:42

Nuovo appuntamento con la stagione teatrale del Casinò di Sanremo: sabato 13 gennaio 2018 ore 21.15 Ugo Pagliai e il Quartetto Prometeo.

Scritto da Gt
Ugo Pagliai e il Quartetto Prometeo al Casinò di Sanremo

Dopo il successo di Vittorio Sgarbi, applauditissimo nel suo “Michelangelo”, l’intensa interpretazione di Ambra Angiolini e Matteo Cremon ne “la Guerra dei Roses”, il travolgente “Un’ora di tranquillità” per la regia di Massimo Ghini, la folgorante “Sciantosa” di Serena Autieri, la stagione teatrale del Casinò presenta un classico tratto da Franz Kafka.

Il 13 gennaio alle ore 21.15 Ugo Pagliai accompagnato dal Quartetto Prometeo interpreta:” Lettera a mio padre” regia e drammaturgia di Maurizio Cardillo.

Le prevendite sono aperte presso la biglietteria del Casinò.

LETTERA A MIO PADRE
Da Lettera al padre di FRANZ KAFKA
QUARTETTO PROMETEO
voce recitante
UGO PAGLIAI
Regia e drammaturgia MAURIZIO CARDILLO
Musiche LEOŠ JANÁCEK
Violino primo GIULIO ROVIGHI
Violino secondo ALDO CAMPAGNARI
Viola MASSIMO PIVA
Violoncello FRANCESCO DILLON
In collaborazione con Società dei Concerti di Parma
"Carissimo padre, di recente mi hai domandato perché mai sostengo di aver paura di te. Come al solito, non ho saputo risponderti niente, in parte proprio per la paura che ho di te, in parte perché questa paura si fonda su una quantità tale di dettagli che parlando non saprei coordinarli neppure passabilmente. E se anche tento di risponderti per iscritto, il mio tentativo sarà necessariamente assai incompleto, sia perché anche nello scrivere mi sono d'ostacolo la paura che ho di te e le conseguenze, sia perché la vastità del materiale supera di gran lunga la mia memoria e il mio intelletto". 

Ugo Pagliai dà voce alle paure e ai rimorsi di Franz Kafka in Lettera a mio padre, commissione in prima assoluta del Festival Verdi in collaborazione con Società dei Concerti di Parma. Sulle musiche di Leóš Janácek interpretate dal Quartetto Prometeo, con i violini di Giulio Rovighi e Aldo Campagnari, la viola di Massimo Piva e il violoncello di Francesco Dillon, le dure parole rivolte da Kafka al genitore e affidate a una lettera mai consegnata sono indagine del conflitto irrisolto tra padre e figlio.
 
 
 
 
 

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